La Città di Nola

La città di Nola

CENNI STORICI
Di origine ausone, ma passata alla fine del V secolo in mano sannita, Nola assorbì cultura e costumi ellenici, come rivelano i preziosi vasi fittili rinvenuti nelle sue necropoli. Divenuta alleata di Roma dopo la seconda guerra sannitica, fu una delle principali basi di operazioni romane nello scontro con Annibale. Silla la conquistò nel 79 a.C., deducendovi una colonia di veterani e qui morì, nel 14 d. C., Ottaviano Augusto. Dopo essere stata distrutta dai Vandali nel 455 d.C. e poi da Saraceni ed Ungheri, trasformata in contea dagli Angioini, fu feudo dei Monfort, prima, e degli Orsini, poi. Nel 1528 però tornò al demanio e seguì da allora le sorti del Regno di Napoli. A Nola, ebbero inizio, col pronunciamento militare di Morelli e Silvati, i moti risorgimentali italiani. Nola è famosa soprattutto per essere, dal 409 d.C., sede episcopale di San Paolino, coopatrono della città, che introdusse nella chiesa l'uso delle campane dette appunto " nolae". Durante la festa che si celebra in suo onore la Domenica successiva al 22 giugno, si portano in procesione per le strade della città otto guglie, i gigli, ed una barca, in legno e cartapesta, per ricordare l'accoglienza trionfale resa dalla città al suo Vescovo di ritorno dall'Africa, dove si era recato per riscattare il figlio di una vedova dalla schiavitù dei Vandali. Altra festa sentita in città, è quella di San Felice Martire e Primo Vescovo di Nola, che si svolge il 15 novembre, caretterizzata dalla famosa "Fiera del Tutero e l'ombrello". Il "tutero" è un torrone locale a forma cilindrica, che i fidanzati o i mariti portano in regalo alle rispettive consoti come segno di fertilità, accompagnato dall'ombrello perchè spesso e volentieri nel periodo della festa non manca mai qualche giorno di temporale. Inltre si può assistere nella cripta dove è sepolto il corpo di Felice, al "miracolo" che consiste nella fuoriuscita di un liquido chiamato "manna" il quale, secodo la tradizione, uscirebbe direttamente dalle ossa del Santo, venendo raccolto in un calice tramite un piccolo foro dove è introdotto un canaletto. Inoltre Nola è patria dell' umanista Ambrogio Leone ( 1459 - 1525), dello scultore Giovanni Merliano, noto come Giovanni da Nola (1488 - 1558), dell'architetto militare Carlo Theti ( XVI sec.), di Pomponio Algerio, giustiziato a Roma nel 1556 perchè luterano, del filosofo Giordano Bruno, arso vivo a Roma in Campo dei fiori nel 1600. A Nola S. Alfonso de' Liguori compose il canto di Natale "Tu scendi dalle stelle". (clicca sulle immagini)

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La Festa dei Gigli

Si tiene ogni anno a Nola, per celebrare il ritorno in città del Vescovo Meropio Paolino (353 - 431 d.C.) dalla prigionia ad opera dei barbari. La leggenda vuole che il popolo nolano accogliesse il suo Vescovo con dei fiori, dei gigli appunto, raccolti nelle campagne e che, alla testa dei gonfaloni delle antiche corporazioni di mestieri, lo scortasse dalle rive di Oplonti (l'attuale Torre Annunziata) fino alla sede Vescovile. In memoria di quell'avvenimento, i Nolani hanno tributato nei secoli la loro devozione a San Paolino, portando in processione ceri e fiori prima su strutture rudimentali, poi su apposite costruzioni denominate cataletti e infine su torri piramidali, che nel XIX secolo hanno assunto l'attuale altezza di 25 metri con base cubica di tre metri di lato per un peso complessivo di oltre venti quintali, ricoperte di tradizionali decorazioni in cartapesta, secondo temi religiosi, storici o d'attualità.
Tali costruzioni, denominate per l'appunto Gigli, complesse opere architettoniche realizzate dagli artigiani locali, vengono portate in processione al ritmo di canzoni e musiche composte ogni anno appositamente per la festa, oltre a rivisitazioni di brani appartenenti alla tradizione musicale napoletana ed italiana. Gruppi di oltre 100 uomini, che assumono il nome di paranza, sollevano a spalla i Gigli attraverso appositi supporti di legno denominati "varre" e "varrielli" fissati alla base della struttura. Con gli 8 Gigli (nell'ordine: Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Beccaio, Calzolaio, Fabbro e Sarto, in ricordo delle antiche corporazioni dei mestieri), attraversa la città una Barca che simboleggia il ritorno in patria del Santo.
Tradizionalmente la Festa dei Gigli si celebra il 22 di giugno, o la domenica successiva se il giorno in cui cade la ricorrenza di San Paolino è infrasettimanale. La manifestazione copre l'intero arco dell'anno famoso è il detto popolare :" 'a festa tanto nasce quanto more " ( La festa nasce quando muore) in quanto nel mente stà arrivando a conclusione la festa dell'anno in corso si assegano i gigli per l'anno successivo. Nel corso della mattinata i Gigli vengono trasportati nella piazza principale di Nola, dove avviene la solenne benedizione degli obelischi. Nel pomeriggio le costruzioni percorrono le strade del centro storico cittadino, secondo un percorso rituale stabilizzatosi nel tempo, dove le paranze ( termine con cui vengono definiti i gruppi di portatori ) affrontano spettacolari "prove" di abilità e di forza in particolari punti del percorso. (clicca sull'immagine)

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